(di Andrea Golganittimo)
Oggi vorrei fare un riassunto su tutto quello che dovevo scrivere giorni fa…Come primo punto parlerò di “Scale maggiori” (alcuni passi…), poi inserirò un disegno ed infine riporterò (sempre se rimane tempo) qualcosa per riflettere.
Saltando le varie introduzioni sulla scala maggiore (T,T,S,T,T,T,S,), ciò che determina una scala maggiore è il caratteristico intervallo fra il primo e il terzo grado della scala, chiamato terza maggiore (T,T), ciascun grado, o nota, di una scala è indicato da un numero romano: dall’I al VII. La prima nota (I) è chiamata tonica (o nota che definisce la tonalità), ed è la più importante nota della scala. Il grado che per importanza viene subito dopo la tonica è il quinto (V), chiamato dominante a causa della sua posizione centrale e del suo ruolo dominante sia sotto l’aspetto armonico sia sotto quello melodico. La sottodominante è il quarto grado (IV, si trova una quinta sotto la tonica, così come la dominante si trova una quinta sopra la tonica), e la sua importanza è leggermente inferiore a quella della dominante. La sensibile è il settimo grado (VII) della scala, ed ha una funzione importantissima nella musica tonale, quella di “guidare” alla tonica, che si trova un semitono sopra di essa e la attira come un magnete bastardo. La mediante è il terzo grado (III) della scala, collocato a mezzo tra tonica e dominante. Il sesto grado (VI) della scala, detto sopradominante, ha parimenti un ruolo intermedio fra la tonica e la sottodominante. Il secondo grado della scala (II), posto un tono sopra la tonica, ha il nome di sopratonica, basta scala per oggi…
Questo, invece, è uno schizzo che ritrae noi 4…
Riflessioni…
La vita antica fu tutta un silenzio. Nel XIX secolo, con l’invenzione delle macchine, nacque il Rumore. Oggi il Rumore trionfa e domina sovrano sulla sensibilità degli uomini…Non soltanto nelle atmosfere fragorose delle grandi città, ma anche nelle campagne, che furono fino a “ieri” normalmente silenziose, la macchina ha oggi creato tanta varietà e concorrenza di rumori, che il suono puro, nella sua esiguità e monotonia, non suscita più emozione…Attraversiamo una grande capitale moderna, con le orecchie più attente che gli occhi, e godremo nel distinguere i risucchi d’acqua, d’aria o di gas nei tubi metallici, il borbottio dei motori che fiatano e pulsano con una indiscutibile animalità, il palpitare delle valvole, l’andirivieni degli stantuffi, gli stridori delle seghe metalliche, i balzi del tram sulle rotaie, lo schioccar delle fruste, il garrire delle tende e delle bandiere. Ci divertiremo ad orchestrare idealmente insieme il fragore delle saracinesche dei negozi, le porte sbatacchianti, il brusìo e lo scalpiccio delle folle, i diversi frastuoni delle stazioni, delle ferriere, delle filande, delle tipografie, delle centrali elettriche e delle ferrovie sotterranee…
Buona Pasqua, amici.