venerdì 14 ottobre 2011

Il Pane Aldàno

(Sebastian Lèkczy-Djorkaeff)

Il "pane aldàno" è una nuova merda che i signori potenti delle stanze del bottone rosso ci stanno preparando.
Noi siamo qui a penare alle alghe, al fungiàtt, all'eventuale reganiano e intanto loro - i lorsignori tanto indigesti al nostro maestro Gòplan - organizzano le varie sommosse sotterranee, sottraendo speranze senza sapere se sia salutare.
Non rimane che infilare tutti i razzi negli appositi organi polifonici, nelle callìopi dell'ottocento che ancora gracchiano in qualche festa di campagna dell'Inghilterra rurale, e prepararsi al peggio.
Nonostante ciò, sono ottimista. La natura umana-baldovina-soldavina è in grado di produrre antidoti e anticorpi a velocità bastiane.
E troveremo anche qui la cura.
Ma no, non una cura.
Solo un antidolorifico un po' più potente del precedente.

Progetto # 7 & 8

FESTA (

Che bella sei
Ti ho vista in chiesa stamattina
Splendida
Riempivi cielo, mare e terra
Perchè tu sei
Sei quello che si definisce
Femmina
Un'esigenza naturale
Ti voglio fare mia
Ti voglio avere adesso
Ti devo fare mia
Ti devo avere adesso
Anche nel cesso
Gli amici miei
Si sono tutti innamorati
Della tua bella età
Mi vieni addosso e non mi sposto
Ti voglio fare mia
Ti voglio avere adesso
Ti devo fare mia
Ti devo avere adesso
Ti voglio fare mia
Ti voglio avere adesso
Ti devo fare mia
Ti devo avere adesso



ASTRONAVE (suicidio in LA minore)

Qui dove riposi tu
Respiro odore di eternità
Sì è come dicevi tu
La vita ti frega
E tu non lo sai
Mesi e mesi tristi
E istanti di felicità
Ecco la sostanza
Di questa nostra vita qua
Così
Si sta sospesi
Scendere
Ho voglia di scendere
Da quest'astronave
Che mi porta via lontano
Scendere
Ho voglia di scendere
Non posso aspettare
Nemmeno un minuto di più
Io ho sempre creduto che
Il sole splendesse per noi
Ma qui è veramente così
Nessuno ti aiuta
Scendere
Ho voglia di scendere
Da quest'astronave
Che mi porta via lontano
Scendere
Ho voglia di scendere
Di andare da solo
In giro nel mondo