lunedì 30 novembre 2009



Banchettando al ristorante "il teatro di mangiafuoco", in viale Trastevere, pensavo a tutte le connessioni possibili che si possono verificare tra il mondo del suono semplice o "sèktar" e il mondo dei suoni complessi, detto anche "Sòkamel".
Se ci pensiamo bene, le connessioni possibili sono infinite. Come correttamente dice A. Golgani nella sua pubblicazione più recente (1), il rapporto tra nota ed esecuzione non può prescindere dallo schema mentale in cui è inserito il fulcro sinapsiano del musicista: solo con l'esatto allineamento delle schematiche ottagonali è possibile ottenere il giusto risultato delle coscienze musicali.
Tutto ciò per augurarvi una buona giornata e per invitarvi stasera alla saletta moncarliana, per due, quattro, otto, sedicimila note piene di passione.

SL


(1) cfr. "Il pentagramma del frantibuto", ediz. De Saussure, Lecce, 1972