Ogni volta che vi guardate attorno, quando state guidando la vostra multipla verde, quando state viaggiando su elicotteri, su navi, su bicicli, su apecar, su sbilancini o altro, ricordatevi sempre di cercare con gli occhi la profondità.
Profondità che va intesa in vari modi, sia chiaro: interiore ed esteriore, ma soprattutto profondità del suono, come in quei bei disconi dei Counting Crows "registrati in un hangar, ghezo, con le chitarre a 200 metri dal bassano", diceva il signor Giggini.
In questo modo è possibile scorgere quelle maestose creazioni chiamate ponti, pontani o pontardi. E quando li vedete, lasciatevi ammaliare. Respirate lentamente e osservate ogni piccolo particolare, ogni mattonella, ogni sellanella, ogni bullone, ogni pietra, pomice e non.
I ponti uniscono, avvicinano, relazionano, amalgamano, tendono il loro braccione potente e ci consentono di raggiungere altri spazi, altre terre, altre persone, altre idee, altre emozioni.
E se è vera la notizia che su Lalpino stanno progettando un ponte iperbubbico, capace di unire le due semi-gonadi auree di Lèttan e Lèltan, dovremo prepararci a una nuova era per l'umanità terrestre ed extra-sensoriale.
Il Flavio non dice molto, il Gianni non dice un cazzo e noi possiamo solo attendere speranzosi, sintonizzando i ricevitori Nakkar 5-10.33 sulle frequenze che Golganesimo ha indicato nel seminario tenuto a Brescia qualche mese fa.
Per intanto pagare, poi vedremo.
Buon weekend e buona sganga a tutti.
SL