mercoledì 16 luglio 2008

Denudiamoci (al meridio-terronale)

(di E.E. Zankan)

E' giunto il tempo dell'estate, la canicola picchia bastarda sulle teste de cazzo di tutti i camminatori e gli zappatori imperterriti. Il meridione sta per esplodere, o per implodere, dipende dal punto di vista.
Come ormai si dice da mezzo secolo, "mafie, camorre e camarilie si estendono a macchia d'olio per tutte le calabrie" (1). Lo Stato, inteso come entità politico-sociale, non fa nulla per arrestare il degrado. Manda due soldatini col pennacchio su un camion arrugginito e si lava la coscienza.
I nostri fratelli maccaroni si ritrovano sperduti e chiusi a doppia mandata. Dentro a un sistema che lentamente sta fagocitando ogni piccola anima dotata di buon senso e di onestà intellettuale che vive al di sotto del Rubicone.
E per non impazzire del tutto, i post-terranei si attaccano a ogni piccola parvenza di certezza: il campionato di calcio, le ricorrenze e le festività, i pesci spada e i braccialetti d'oro.
E, ahinoi, perdono il contatto con la realtà. "Spendono milioni e milioni di euri per i fuochi artificiali in occasione della festa patronale, ghezo, e poi hanno gli ospedali con i topi in sala operatoria" (2).
Noi, guelfi scoloriti, osserviamo silenti e sgomenti dai nostri promontori. Nell'attesa che il morbo si avvinghi anche alle nostre radici paleozoiche.


(1) cfr: "L'etica della terra-matta" di A. Patrini, ediz. Lusertula, Varese 1977
(2) cfr: "Ammalarsi a Catanzaro" di L.S. Masserafini, ediz. La Jonica, Taranto 1981