venerdì 29 febbraio 2008

Il Magarràno (Dissertazione sui ponti)

Ogni volta che vi guardate attorno, quando state guidando la vostra multipla verde, quando state viaggiando su elicotteri, su navi, su bicicli, su apecar, su sbilancini o altro, ricordatevi sempre di cercare con gli occhi la profondità.
Profondità che va intesa in vari modi, sia chiaro: interiore ed esteriore, ma soprattutto profondità del suono, come in quei bei disconi dei Counting Crows "registrati in un hangar, ghezo, con le chitarre a 200 metri dal bassano", diceva il signor Giggini.
In questo modo è possibile scorgere quelle maestose creazioni chiamate ponti, pontani o pontardi. E quando li vedete, lasciatevi ammaliare. Respirate lentamente e osservate ogni piccolo particolare, ogni mattonella, ogni sellanella, ogni bullone, ogni pietra, pomice e non.
I ponti uniscono, avvicinano, relazionano, amalgamano, tendono il loro braccione potente e ci consentono di raggiungere altri spazi, altre terre, altre persone, altre idee, altre emozioni.
E se è vera la notizia che su Lalpino stanno progettando un ponte iperbubbico, capace di unire le due semi-gonadi auree di Lèttan e Lèltan, dovremo prepararci a una nuova era per l'umanità terrestre ed extra-sensoriale.
Il Flavio non dice molto, il Gianni non dice un cazzo e noi possiamo solo attendere speranzosi, sintonizzando i ricevitori Nakkar 5-10.33 sulle frequenze che Golganesimo ha indicato nel seminario tenuto a Brescia qualche mese fa.
Per intanto pagare, poi vedremo.
Buon weekend e buona sganga a tutti.

SL

mercoledì 27 febbraio 2008

Giusto per rinfrescare la mentalità dei magna-magna...

(Rischio Vitale)

Il sole è la fonte primaria di energia per eccellenza. Tutte le forme di energia, in ogni modo, ad eccezione di quella nucleare, traggono origine direttamente o indirettamente dal sole.Al suo interno, a temperature di alcuni milioni di gradi centigradi, avvengono incessantemente reazioni termonucleari di fusione che sprigionano enormi quantità di energia solare sotto forma di radiazioni elettromagnetiche, pari a 386 miliardi di miliardi di megawatts.L’energia solare può essere sfruttata con tecnologie di diversi tipi: i pannelli solari per produrre acqua calda, i sistemi fotovoltaici per produrre elettricità, gli specchi concentratori per produrre calore ad alta temperatura da utilizzare in centrali elettriche.

Il sistema fotovoltaico
Il sistema fotovoltaico è in grado di trasformare, direttamente ed istantaneamente, l’energia solare in energia elettrica. Esso sfrutta il così detto effetto fotovoltaico, cioè la capacità che hanno alcuni materiali semiconduttori opportunamente trattati (come il silicio), di generare elettricità se esposti alla radiazione luminosa. La tecnologia fotovoltaica si basa sul pannello fotovoltaico. Questo, composto di celle realizzate con materiali semiconduttori, per lo più silicio, catturando i fotoni solari genera un campo elettrico che dà luogo, in un circuito collegato al pannello, ad una certa quantità di corrente elettrica.L’entità della corrente elettrica generata da un singola cella fotovoltaica è minima. Per questo, per ottenere la quantità di energia elettrica desiderata, si realizzano strutture modulari composte da molte celle fotovoltaiche connesse in serie e parallelo.La durata media di un impianto fotovoltaico è di 25-30 anni e, dato il progressivo aumento dell’uso di questa fonte, la ricerca sperimentale punta all’ottimizzazione del rendimento di queste strutture.L’energia solare prodotta con il fotovoltaico ha un costo nullo per combustibile: per ogni KWh prodotto si risparmiano circa 250 grammi di olio combustibile e si evita l’immissione di circa 700 grammi di CO2, nonché di altri gas responsabili dell’effetto serra.

Il solare termico
Il funzionamento del sistema solare termico invece si basa sulla capacità dei corpi neri di assorbire calore. La superficie di una lastra metallica annerita, cioè il collettore solare, assorbe il calore proveniente dalle radiazioni solari e lo rilascia al liquido che circola all’interno dei tubi collegati al collettore, riscaldandolo. Quindi l’acqua raggiunge un serbatoio di stoccaggio ed è pronta per essere utilizzata.Lo stesso principio è utilizzabile per il riscaldamento dell’aria.

Il solare termodinamico
Il solare termodinamico invece, in assoluto il sistema più evoluto e promettente, si basa su tecnologie che trasformano la radiazione solare in energia solare termica, a temperature sufficientemente elevate per produrre vapore surruscaldato.Per raggiungere queste condizioni termiche è necessaria un’intensa concentrazione della radiazione solare incidente sulla sperficie terrestre, ottenibile con differenti tecnologie.

venerdì 22 febbraio 2008

End of week...


Cari soci della mia beata Fava,
innanzitutto chiedo venia per la mia prolungata assenza da codesto blog,ma sono in fase anale..nel senso che,ultimamente, tutte le cose mi vanno in culo con una facilità disarmante neanche fossi la checca isterica più navigata del mondo…
La mia sola aspirazione attuale è solo artistica..vorrei chiudermi in sala per una settimana, con viveri e generi di sostentamento vari e dedicarmi solo all’arte musical-compositiva..Ahh.. sarebbe bellissimo.. – vi ricordo che abbiamo sempre in ballo la ns.settimana full-immersion-musicale…-oppure, estendendo i confini artistici..scenografia,pittura,fotografia..Insomma..in questo periodo mi sento artista a 360° e sono frustrato nel non poterlo esprimere senza imbattermi nei soliti vincoli..lavoro,lavoro e lavoro…
Bene, detto questo…vi ricordo che il 25/2 il Dottore è convocato per le prove..Si comincerà a provare le nostre songs portando fuori le tracce audio..vediamo l’effetto che fa in ottica concertistica.
Poi..essendo il mio animo intriso d’arte e di poesia, un elogio al sig. Seb per la dissertazione ferroviaria..mi ha veramente fatto viaggiare il cranio..ci potrebbe stare una canzone, se non avessimo già scritto Ultimo Treno..comunque..è proprio da questi scritti che dovremmo trarre ispirazione per scrivere i versi delle nostre canzoni,quindi invito tutti a seguire questa ipotesi..
Pat..sei sempre un raggio di sole nelle mie monotone giornate..leggere le tue rubriche è sempre corroborante..Racconto 1329 contiene, come sempre,inarrivabili picchi di fantasia…le nuvole di Palmerina, le scovolopodi di tramurtinia, su tutte…grazie.
Molto altro vorrei dirvi, ma giunte sono le 18.00 ed è tempo,ringraziando D-o, di lasciare quest’ufficio, pel lo meno per le prossime 48h…..quindi,chiudo le trasmissioni e vi auguro un buon W.End..ovviamente accompagnato dal mio più affettuoso dito in kulo…
Au revoir..
Dr.Spector

The Record Of The Week - John Coltrane

"Ballads".
John Coltrane, Saxophone
McCoy Tyner, Piano
Jimmy Garrison, Bass
Elvin Jones, Drums

C'è poco da dire in merito a questo capolavoro. Roba buona, ghezo, raffinata, suonata da dio, gheghio.
Due candele, una bella fighetta semi-svestita sul divano, un posacenere pronto e carico, southern comfort on the rocks, e, come direbbe Gigi Lappianella-Sellanella "cotoletta in bocca, gazo".
Qui c'è poco da scherzare, signori miei. Qui si parla di arte. Arte allo stato puro. Senza fronzoli, senza orpelli, senza girandole iperbubbiche e voli pindarici. La si ascolta, la si respira, la si vive.
Tutto il resto è noia, direbbe Franco Calissani.
Buon ascolto, buon weekend, buon costume à tout le monde.

Sebastién Lixiaux

giovedì 21 febbraio 2008

Che titolo metto?

(e via così...di Andrea Golganirecardosik)

L’originale Sepùlvedario appeso in sala ci ricorda le scorribande di tutti questi anni vissuti di sera…Il Wisconsin, le battute, i discorsi a quattro contemporanei, le soluzioni megali, le soccolette andirivieni, le nostre canzoni, le nostre idee, la nostra scuola musicale da ritrovare. La spada del fuoco, just’oggi vuole ricercare un nuovo bersaglio importante da decifrare, e cioè: il magna-magna dei ricconi che non sanno fare un cazzo di niente. Questo, purtroppo è denominato così dal fatto che il lavoratore italiano è succube da queste teste di ferro che mangiano sul nostro prodotto. La merda e il fuoco sono state contattate e ben presto verranno a slegare quel nodo malato che circonda il nostro salutar-lavorar e faticar (porca troiazza pettinazza). La rivoluzione è alle porte, molti sono i modi per comporre una rinascita non solo dall’oggetto in questione e su questo avrei diverse proposte sull’inizio del gatto miagolante, ma purtroppo il Flavio non vuole comunicare da lassù, quindi tutto resta invariato, siamo noi, ripeto ancora una volta, a stabilire cosa è giusto e cosa è storto. Speriamo nella pace, ancora una volta. Lunedì ci si vede, spero.

mercoledì 20 febbraio 2008

Le Terre Matte (Dissertazione Sui Treni)

I treni corrono veloci, col loro carico di umanità pesante, logora, disintegrata e sudicia.
Il percorso è sempre lo stesso, sempre gli stessi i controllori coi loro occhi giallognoli, le unghie lunghe dei loro mignoli, i denti in avanzato stato di muffa e il loro accento che sa tanto di limoncello e di monnezza anche se ci troviamo a pochi chilometri da Laveno Mombasa.
Anche i passaggi a livello (1), ormai ridotti a poche decine in tutto il regno di Zègadon, sembrano solo delle vecchie sentinelle arrugginite, che a volte fanno fatica pure ad abbassare le loro sbarre bianche e rosse, soprattutto nei paesi della bassa salentina ("ove il sol ti cuoce l'anima" cantava Luigi Bernabei).
E cosa dire delle stazioni? Le belle e gloriose stazioni, un tempo orgoglio del pelatone e dei suoi gerarchi dotati di orologi anali, ora solo tristi ammassi di mattoni, odore di chiuso, odore di piscio e scritte sui muri... oggi solo tristi testimoni del tempo che passa inesorabile, il tempo che divide il momento della nostra nascita da quello della nostra dipartita dal globo terracqueo e terronale.
Ormai i treni sono creature sempre più rare e tecnologiche, prive di conducenti, guidate dai computer e dalle sinapsi hegeliane che albergano nel cervello di qualche metafisico capitolino.
Tutto è spersonalizzato, tutto è automatizzato ("automaticane!", aveva profetizzato il buon Golgani qualche anno fa); e a noi, spettatori dell'arco celeste, non resta che assistere passivi e remissivi a questo incedere di emozioni cristallizzate e omologate e omofobizzate.
Incapaci di esprimere ciò che ci agita dentro, incapaci di dare voce alle nostre pulsioni animalesche, incapaci di sorridere quando il cielo e il mare si salutano: ormai siamo così.
"Vivemus atque amemus", scriveva Catullo Patalli.
Proviamo a dargli retta, almeno 'stavolta.
Buon delirio a tutti,
SL

(1) si proceda all'ascolto di "Passaggio A Livello", Enzo Jannacci, 1962

venerdì 15 febbraio 2008

The Record Of The Week - R.E.M.

Il signor Gigiardo Gigiardini, conosciuto dalle forze dell'ordine con almeno 25 nomi diversi, si torcerà il prepuzio, lo sappiamo, ma questa settimana vi consigliamo un capolavoro, datato 1987, di Michael Stipe e soci: si tratta di "Document N°5", forse il migliore disco dei Rem, eguagliato solo da "Automatic for the people" di qualche anno dopo.
Un sacco di belle canzoni, tra le quali spiccano "finest worksong", "welcome to the occupation", "the one I love", "exhuming McCarthy" e -resa nota dal Liga nostrano qualche anno fa- "it's the end of the world as we know it (and I feel fine)".
IL mix è senza dubbio vicente e convincente: testi quasi sempre impegnati, il bersaglio preferito è sine dubio l'imperialismo americano (se non ricordiamo male il presidente Usa all'epoca era Ronald Reagan), e un bel sound di impatto sicuramente vincente, che dimostra ancora una volta che per fare dell'ottimo rock non si debba per forza essere dei mostri della tecnica.
Acquistatelo, sedetevi in poltrona e sparatevelo in cuffia: passerete di sicuro 45 minuti gradevolissimi.
Buon weekend,
buona sganga e buone passioni anal-extra-sensoriali a tutti,

SL

mercoledì 13 febbraio 2008

Racconto n° 1329

(di Andrea Golgani)

Frescobaldi Giancarlo Giacomo nacque a Graminote il 21 del mese, anno imprecisato. Lui visse per molto tempo immerso nel lago di acquitrinia in provincia di Salsina. La melma preposta rivelò lo scandaglio per ricercare nuove essenze vitali: scoprì la Malgamarittima, la Scalsetta, le nuvole di Palmerina, le scovolopodi di tramurtinia, la faccia di piedone del pesce scamone…e molte altre forme di anti-stress per ritrovare il suo vero scopo della vita di lago. Oggi per lui è un giorno importante, è finalmente uscito dalle acque e cotto a puntino ha deciso di comprarsi un automobile con del metallo famoso trovato nel fondale acquitrino. Le sue scoperte presto verranno pubblicate sul sito: http://acquitrinadifrecobaldigiancarlo.org
Speriamo che lo scopo mentale del fagiano, lo riporti a vivere seriamente.

martedì 12 febbraio 2008

Semplicemente...

....grazie
Peace & Love
Dr.Spector

Ribadisco l'Ode di Luigigi Masseratti

Confermo ancora una volta, nel caso ce ne fosse bisogno. Il signor Gigiardi, alias Luigi Masserafini, alias Antonio Ebbene, alias dr. Sergio Masserafini (medico chirurgo), alias Washington Fittipaldi, alias Gigi Terramatta, alias Gigi Salamadonna, alias Gigi Sampierdarena si sta confermando come uno dei più raffinati e fantasiosi arrangiatori italiani.
A breve l'umanità intiera potrà rendersi conto di questa cosa, semplicemente acquistando e ascoltando il nuovo singolo del dottore (Doctor Bostik "Ultimo Treno - Un'Ora In Più") che al momento è stato pubblicato solo in Angola e nel Canton Uri.
Ergo...alziamoci in piedi e applaudiamo fino a scorticarci le mani. Genarda è tornato tra noi. E con lui è tornato il suo estro creativo.
Pace e bene,
SL

venerdì 8 febbraio 2008

[Cfr p. 38]

(Andre)

Con il cervello fumante e la schiena dolorante, invito voi altri a camminare verso la fantasia, la creatività, l’immaginazione, i sorrisi, l’allegria, l’amicizia propria emozionante, la condivisione del tempo, la compagnia, i valori della vita, la sincerità, l’eliminazione delle maschere oscuranti le cervelloidi, la grafica, la musica (con le sue consonanze e dissonanze)…a proposito: Il termine consonanza è usato per definire un intervallo o un accordo che produce un effetto di stabilità e soddisfazione – in opposizione a intervallo o accordo dissonante, tale cioè che produce un effetto di tensione…Oggi è l’8 di febbraio e il prurito alle mani inizia a darmi un po’ fastidio. Auguro a Gigi, Max, Seba, il mondo…un ottimo week-end.

The Record Of The Week - The LA'S

So che molti lettori, soprattutto quelli più malnardi, storceranno un po' il naso, ma nella nuova rubrica che mi sono ripromesso di introdurre nel mondo colorato e perverso di Anaffana, non potevo non iniziare con un grande disco di quasi vent'anni fa: si tratta del primo e unico lavoro di una promettente band chiamata The LA's.
Quattro ragazzi di Liverpool (anche loro) capitanati da Lee Mavers, sfornarono quasi in sordina un disco delizioso. Semplice, minimalista, a volte quasi irritante per le chitarre skrause e secche che ti entrano nell'orecchio e si infilano dritte fino al peritoneo; melodie beatlesiane, soluzioni armoniche carine, e la giusta sfrontatezza e irriverenza che dei musicisti poco più che ventenni possono avere...
Il disco ha pochi orpelli, e mantiene la sua essenziale ricerca del piacere. Il piacere di ascoltare, il piacere di suonare, il piacere di canticchiare le canzoni mentre guidate la vostra Multipla verde nei boschi della nostra bella Lucania...
buon ascolto, buona sganga e buon pistonamento a tutti i maskietti amici del dottore.
SL

martedì 5 febbraio 2008

Ringrazio sentitamente..

..effettivamente la registrazione in studio è il mio mondo ideale..Ahh se solo avessi mezzi tecnici e tecnologie più performanti e aggiornate...In ogni caso,sono io che ringrazio la band dei Dottori che,quando vuole, è in grado di scrivere delle belle canzoni..che poi si prestano molto bene ad essere arrangiate con fantasia e originalità..Vi vorrei tutti molto più coinvolti nella fase di arrangiamento,suggerendo suoni,parti,tocchi e tocchini qua e là ad abbellire..Anche "immaginando"i suoni,che devono essere prima nella testa e nel cuore che nello strumento..I risultati sarebbero ancora migliori..
P.S:l'amico Justin Currie ci ha accolto nel suo Space come friends..ode e onore a lui,una delle menti RnR più prolifiche degli ultimi anni..
Gg

Ode a Gigiarda (SL)

Fratelli carissimi,
sapete quanto io sia sostenitore di un tipo di musica piuttosto minimalista: una guitarra, un bassame, una battera, una pianella e una voce.
Ma dopo aver ascoltato dal chiavone i ricami e le chicche che il nostro palafreniere Luigi Masserandi-Morandi-Mazzantini ha prodotto nel mix di "Ultimo Treno", non posso far altro che alzarmi in piedi e plaudere al suo genio creativo.
Ottimo lavoro, forse solo Phil Spector avrebbe potuto fare meglio, ma non ne sono sicuro.
Evviva Luigi, sindaco di Parigi.

SL