(Continuando il "Quantium" e "Riflettiamoci su..." di Andrea Golgani)
Miei cari amici, quest’oggi vorrei soffermarmi su uno degli argomenti più interessanti, a mio avviso, della nostra storia di esseri viventi, e cioè il suono come ha caratterizzato le varie epoche dalla nascita, ovvero il Quantium fino ai giorni nostri. Sarà difficile realizzare questo con un semplice post sul blog di Anaffana, magari sarà solo una piccola puntualizzazione su testi ben specifici dell’argomento. Vabbè, proviamoci tutti insieme. Ho proprio sotto mano il libro di R. Murray Schafer (compositore musicista sperimentale - nato nel 1933) dal titolo “Il Paesaggio sonoro” di cui cito subito alcuni passi, anzi li cito dopo. In sostanza il suono ha caratterizzato lo sviluppo della nostra società, ma cosa accade quando questi suoni cambiano? Cioè se l’udito di un Cow-boy a spasso nelle contee desertiche, udisse tutto d’un tratto il passaggio di un aereo supersonico ad intervalli regolari, alle ore 13:00 di ogni giorno per esempio. Con il passare del tempo imparerebbe sicuramente a costruire una grande pistola, oppure inventerebbe qualcosa per proteggersi, cambierebbe in ogni caso la sua vita, siete d’accordo con me?
Apro una pagina a caso:
...Il motore a combustione interna rappresenta oggi il suono fondamentale della civiltà contemporanea. Ne è la tonalità, nello stesso modo in cui l’acqua era la tonalità delle civiltà il cui potere e la cui esistenza si fondavano sul mare, e il vento è la tonalità della steppa. Nel motore a combustione esterna la forza motrice è prodotta dal carbone e dall’acqua, due materiali voluminosi e pesanti. La macchina a vapore rimase quindi riservata ad un uso collettivo. Il motore a combustione interna, invece, è leggero e facile da usare e trasferisce energia al singolo individuo. Nelle società industriali avanzate il cittadino medio può servirsi, nell’arco d’una singola giornata, di più motori a combustione interna – automobile, motocicletta, camion, falciatrice, trattore, generatori, utensili domestici, ecc. – e ne avrà il suono nelle orecchie per molte ore... Mi fermo qui. Riflettiamoci su, dunque in questa seconda parte del capitolo.
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