(Sebastian Stockhausen)
Il signor Gustavo Bòbon, italianissimo con vaghe origini magiare, era un cittadino esemplare.
Tra i 40 e i 50, pochi capelli, tante sigarette, un lavoro di merda, una moglie deliziosa, un figlio intelligente, un hobby appassionante, un cane simpatico e amici interessanti.
Una vita normale, insomma.
Ma un giorno, in quell'istante balordo che gli Ittiti chiamavano "akràm" o "wanaskània", il mondo di Bòbon cambiò improvvisamente: era stanco, questo sì, di vedere quotidianamente piccole e grandi ingiustizie perpetrate ai danni dei più deboli, ma non pensava che la cosa potesse infastidirlo fino a tal punto.
Ecco quello che successe: camminando per la cittadina di Volànna, Bòbon si trovò di fronte all'ennesimo SUV parcheggiato in un'area riservata ai disabili.
"vediamo se sono io che sono pessimista", disse Gustavo fra sè e sè.
E invece aveva ragione.
Dal Suv era sceso un cinquantenne, che parlava al cellulare come un quarantenne, che era vestito come un trentenne e che aveva una ragazza al massimo ventenne che lo aspettava in macchina.
Dell'handicap nemmeno l'ombra.
Gustavo Bòbon, per gli amici "il pacifista" perse l'uso della ragione.
Si avvicinò al cinquantenne, lo apostrofò in mille modi. Quest'ultimo fece finta di non sentirlo.
La rabbia di Bòbon esplose in un nanosecondo.
Aggredì il cinquantenne, lo gettò a terra e iniziò a colpirlo con calci per uno, due, tre minuti, che al suvvone-meriggiante sembrarono ore.
Dopo averlo tramortito, Gustavo prese in prestito una mazza e uno scalpello da alcuni muratori di un cantiere vicino, che si erano fermati per godersi la scena e fare il tifo per lui.
Tutti pensavano che sarebbe stata solo una messinscena: invece Bòbon, prese lo scalpello, lo puntò sulla fronte del merdaro e con un colpo secco gli aprì il cranio in due.
Uscirono tante farfalline colorate che presero il volo, direzione Laltànella di Antamana.
La figa ventenne rimase sul Suv. Impaurita, si mise al posto di guida, infilò la retromarcia a tutto gas e andò a schiantarsi contro un distributore di benzina, morendo tra le fiamme.
Ecco quello che succede nel regno di "Bodòrr", direbbe qualcuno. E forse non ha tutti i torti...
1 commento:
Cavoli, cavoloni che storia ti sei inventato? Lo sfacelo che circonda noi poveri carmini galloni, non è poi così negativo...O mio caro Tiziano Iniziàno, le bolle di speranza ci sono, dobbiamo pomparle di ossigeno...Trovare il coraggio di esporre le proprie idee davanti a tante persone, ovvero dobbiamo risollevare senza spaccare il cranio già spaccato di suo...Quindi, facciamo giovedana prossimanale venturiano? Ore 20:41 caffè? Golg
Posta un commento